L’incontro con l’assessore ai parchi della Regione Piemonte, AlbertoValmaggia, ha lasciato aperte prospettive di ascolto e di collaborazione, rispetto agli annunciati interventi che il Gruppo di San Rossore non condivideva affatto.
Nel corso del dialogo si sono esaminate le problematiche che richiedono interventi di razionalizzazione condivisibili, ma anche punti critici su cui è bene che la Regione Piemonte -Regione storicamente “guida” per la penisola in questo settore – non transiga.
Condivisa la logica secondo cui è opportuno che gli enti territoriali siano pienamente corresponsabili della gestione del territorio – la politica della aree protette può avere successo solo con la condivisione delle popolazioni locali, ricordava in “Uomini e Parchi”, Valerio Giacomini, concetto poi ripreso dalla Conferenza Internazionale sull’Ambiente di Rio de Janeiro (1992) con il concetto di “territorializzazione delle politiche ambientali” – si è ribadito che gli interessi della comunità locali vanno ampiamente rappresentate e non possono esserlo soltanto nella fìgura del Sindaco.
Proprio per questo va rilanciato lo strumento della Comunità del Parco, autentico interprete delle dinamiche, delle relazioni e delle esigenze del territorio.
Questo vale ancor più per i Sacri Monti – per i quali la Regione Piemonte ottenne nel 2003 il riconoscimento di Patrimonio dell’Umanità – i quali richiedono una gestione coordinata e “forte” dell’insieme dei valori storico-architettonici e paesistico-ambientali che li caratterizzano, sia come sistema che singolarmente; situazione che sino a ora è stata garantita dall’appartenere al sistema delle aree protette, come riconosciuto dalla stessa Commissione UNESCO.
Il Gruppo di San Rossore ribadisce questa esigenza.
Un ultimo punto, su cui il Gruppo ha posto l’accento, riguarda i commissariamenti, pratica di emergenza che troppo spesso si è fatta consuetudine.
Nello specifico della situazione piemontese, la situazione è aggravata dal fatto che le decisioni assunte a suo tempo in sede di nomina dei Presidenti degli Enti di gestione, non hanno tenuto spesso in alcun conto competenze e professionalità, come invece imporrebbe la legge.
Per questo il Gruppo di San Rossore ha ritenuto di richiedere con forza all’Assessore Valmaggia di rivedere le decisioni precedentemente assunte, chiamando a svolgere compiti – per il periodo necessario – di commissariamento figure autorevoli, compatibili con le caratteristiche che il profilo di responsabili della tutela della biodiversità regionale richiede.
L’incontro si è concluso con l’intesa che il Gruppo di San Rossore sarà ufficialmente chiamato a dare il suo contributo alla stesura della legge regionale di modifica dell’attuale normativa in sede di competente Commissione Consigliare.
Valter Giuliano
(coordinamento Piemonte-Liguria -Valle d’Aosta)