Il Parco di San Rossore cova davvero così tanti complotti?

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Finora mi ero considerato persona abbastanza informata sui fatti del Parco di San Rossore ma stando alle ultime roventi polemiche e denunce di complotti dovrei almeno in parte ricredermi.

Sul ruolo mozzateste di Mazzeo non intendo tornare avendo detto chiaramente la mia anche quando ha attivamente concorso a far fuori Manfredi o ha attribuito responsabilità politiche al parco assolutamente balorde tipiche di uno che dell’attività di San Rossore non sa un tubo.

Va invece rimessa con i piedi per terra la vicenda del rinnovo –con concorso- del direttore. Innanzitutto non considerarla semplicemente il seguito –una sorta di secondo tempo- dell’operazione Manfredi.

L’ente parco nel suo comunicato in cui informa delle ragioni del rinnovo fa riferimento a tentativi di mediazione finiti male. L’attività di Gennai sta sullo stomaco del nuovo presidente e consiglio?  Si dovrebbe pensarlo anche per Paglialunga tanto più che dopo aver perso qui il posto ha vinto il concorso al Parco Nazionale delle Foreste Casentinesi.

Sul ruolo dei direttori dei parchi e di come assumerli è in corso una pepata polemica nazionale perché si vorrebbe addirittura per legge stabilire che il presidente può prendere chi gli pare. Qui sarà la regione e il parco e non Mazzeo a decidere chi sarà.

Quanto a cosa fare sul litorale come a Coltano a decidere ora come in passato dovrà essere il consiglio del parco perchè il ruolo dei direttori è un altro. Qui torno a parlare come persona informata sui fatti alla cui gestione ho partecipato una decina d’anni  con più presidenti e direttori.

Renzo Moschini

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