Il Pd e la riforma costituzionale

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Su l’Unità finalmente abbiamo letto un articolo con questo titolo in cui dopo i silenzi seguiti al referendum si torna a parlare di una riforma su cui era calata la tela.

E lo si fa riprendendo questioni che con spocchia si erano considerate risolte con una riforma che per molti versi invece le avrebbe aggravate. Sarebbe stato così per il rapporto stato-regioni, come per il ruolo delle autonomie  e province in particolare già mazzolate dalla legge Delrio. Nell’articolo di Claudio Moscardelli si parte giustamente dal fatto che le Regioni sono state confinate in un ruolo neocentralistico mentre lo stato –come ci si era vantati- si riprendeva una supremazia che peraltro riguardava solo quelle ordinarie. Ma questo ridimensionamento nei confronti dello stato trovava e trova conferma nella abolizione delle province di cui già una parte significativa delle loro competenze ha  traslocato in sedi e uffici regionali, indebolendo ulteriormente il governo locale.

Ora, che l’abrogazione delle province non è entrata in Costituzione, il discorso va ripreso unitamente a quello sulle regioni loro numero compreso. E va ripreso -come dice giustamente Moscardelli- riconsiderandone anche la loro elettività. Perché tra le altre cose non è vero -come pure si  è scritto anche su l l’Unità (Fassino)- che già il PCI aveva deciso a suo tempo di abrogarle. E’ vero il contrario e cioè in una lettera di Berlinguer all’Unione delle Province si diceva molto chiaramente che con la istituzione (tardiva) delle Regioni era necessario e possibile rivederne e riqualificarne il ruolo nel senso di affidargli un governo del territorio intercomunale, in grado di superare il diffuso campanilismo. Non ci vuol molto a capire che questa esigenza oggi non è minore di allora. Ecco perché bisogna e rapidamente riprendere il discorso sulla riforma di cui anche nel dibattito congressuale è difficile trovare traccia.

E dobbiamo farlo tenendo presente che in un ambito cruciale, ad esempio, come l’ambiente oggi malmesso anche nelle politiche non solo parlamentari del Pd, contrariamente ai tanti discorsi sulle leggi mancanti da decenni di leggi ce ne sono varie, stagionate ed ottime apprezzate anche sul piano europeo, dal suolo al mare ai parchi che non vengono attuate. Ecco perché anziché continuare a fare pasticci come avviene da alcuni anni in parlamento –vedi legge sui parchi- la politica deve finalmente riprendersi una scena che non è quella dei gazebi.

Renzo Moschini

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