Il ruolo delle autonomie e il nuovo Senato

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In una intervista all’Unità Marco Filippeschi sindaco di Pisa e presidente della Lega per le Autonomie si è soffermato in particolare sul ruolo che le autonomie assumeranno con il nuovo Senato.

Essendo stato per lungo tempo impegnato proprio su questi temi nella Lega vorrei riprendere alcuni aspetti dell’intervista. É sicuramente vero che il Senato delle autonomie con il superamento del bicameralismo aprirà una nuova stagione anche per le regioni e le autonomie ed in particolare dei comuni. Una sola Camera dice  Filippeschi ridurrà ‘il centralismo che, per affrontare la crisi, si è rafforzato in tutta europa’. Ma il nuovo titolo V  anche da molti favorevoli al nuovo Senato è considerato non poco centralistico avendo ripristinato una netta supremazia dello stato che con il nuovo art.117  con l’aumento in particolare delle materie esclusive statali e l’eliminazione della competenza concorrente ridimensiona il ruolo delle regioni ordinarie lasciando tutto com’è per quelle speciali. E ciò avviene come alcuni hanno osservato con un elenco delle materie con non poche ambiguità e buchi per cui –tanto per fare un esempio, l’agriturismo riguarderà il turismo o l’agricoltura? Non è difficile prevedere che si riaprirà così una nuova fase di contenzioso davanti alla Corte costituzionale per definire compiutamente il nuovo assetto delle competenze legislative.

Un altro passaggio chiave riguarda appunto gli enti locali dove spicca l’eliminazione dal dettato costituzionale delle Province che non verranno però abolite finchè non sarà eventualmente abrogata la legislazione ordinaria che le prevede. Il loro posto sarà preso dagli ‘enti di area‘ ossia non meglio specificati enti sovracomunali, come lo erano le Province. Insomma la riforma ‘abolisce’ le Province ma riconosce ‘enti di area vasta’ per coordinare le funzioni cui i Comuni non riescono a far fronte da soli per le loro modeste dimensioni. Avremo così una pluralità di ‘enti di area vasta, con propri vertici decisionali e strutture amministrazione. Considerare tutto questo una semplificazione amministrativa e un esempio di sobria gestione è un po’ difficile.

Sono questioni senz’altro da risolvere e non basta un Sì e un gazebo.

Renzo Moschini

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