La cultura ambientale e i nostri parchi

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Nelle vicende ambientali sempre più complesse e incalzanti che riguardano il nostro paese quello dei parchi è sicuramente solo uno dei  suoi capitoli per quanto importante. Ma forse vi è un aspetto che non siamo riusciti a far emergere finora con sufficiente chiarezza. Dai rischi pure evidenti e spesso denunciati dal Gruppo di San Rossore anche in recenti libri non è probabilmente ancora emerso che dietro la crisi in atto vi è una crisi culturale prima ancora che politico-istituzionale.

Ho letto di un incontro pubblico a Oliena promosso dalla CISL sul parco del Gennargentu che un giornale sardo ha intitolato; ‘Un nuovo parco?, no grazie’.

Titoli del genere ne abbiamo letti chissà quanti in tempi lontani e anche recenti. Ma di strano qui non c’è solo che la sede per discutere e decidere del futuro di un parco sia quella sindacale ma l’oggetto sia il Parco del Gennargentu. In un recente lavoro dello storico ambientale Luigi Piccioni il parco è citato perché ad esso in anni ormai lontani dedicarono il loro importante contributo studiosi ed esperti ambientali di un epoca che segnò l’avvio nel nostro paese di una svolta nelle politiche ambientali dopo le più vecchie esperienze storiche. Anch’io ricordo come parlamentare  alcune discussioni degli anni ottanta con la regione Sardegna – Melis Presidente- sull’argomento. Leggere oggi -nel 2016 mentre al Senato si discute della legge quadro sui parchi a 25 anni della sua approvazione che in Sardegna si discute se dar vita al Parco del Gennargentu che per alcuni dei protagonisti dell’incontro è ‘sempre incauto, un elemento destabilizzante’ discutere del parco perché esso è ‘sinonimo di imbrogli, di furto sul  territorio’ fa un certo effetto. Tanto più poi se questo dibattito(?) viene dalla Sardegna che in campo ambientale ha collezionato le esperienze tra le più disastrose come ci ricordano anche le cronache più recenti.

Ecco perché dicevo che si tratta di aspetti che vanno oltre l’ambito dei parchi che questo caso ci aiutano però a capire l’involuzione appunto culturale prima ancora che politico-istituzionale del nostro paese.

Non è singolare che il destino di un parco nazionale come quello del Gennargentu torni alla ribalta in un incontro riservato a pro-loco e sindacati ma non della regione e degli enti locali che vanno sott’acqua alle prime gocce di pioggia?

A me pare solo una conferma -ammesso che ce ne fosse bisogno- che Stato, Regioni ed enti locali sulle politiche ambientali e non soltanto dei parchi devono cambiare davvero verso.

Renzo Moschini

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