La Regione Toscana e l’ambiente

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Che la regione toscana fin dal suo avvio abbia dovuto misurarsi e fare i conti con l’ambiente è cosa nota. Meno note sono forse alcune vicende che  hanno connotato talune esperienze anche sul piano nazionale specialmente in ambiti come quello delle aree protette e paesaggio ma non solo.

Ricordo, ad esempio, l’assessore all’ambiente Marcucci che ebbe un ruolo rilevantissimo e qualificato, quando mi caricava in macchina dicendomi ti porto a Stia come in altre località dove erano in corso polemiche fin troppo vivaci sui parchi e mi diceva; come vice presidente del parco di San Rossore  spiegagli che il parco non abroga la caccia, né l’agricoltura,  attività che vanno però riprogrammate e diversamente gestite.

Cose a cui ho ripensato ogni volta anche quando molti anni dopo queste posizioni tornavano alla ribalta come nuove.

La Toscana assunse allora con la istituzione del Parco della Maremma, poi di San Rossore ,quello delle Foreste Casentinesi,  le Apuane fino a quello dell’Arcipelago Toscano.

La nostra regione non assunse solo un ruolo politico-istituzionale a cui si guardò sempre con grande interesse  anche sul piano nazionale. Assunse anche un ruolo non meno rielevante infatti con le sue strutture amministrative e tecniche estremamente qualificate a cui dettero un contributo notevole  le nostre Università che  con i Comitati scientifici istituiti nei  singoli parchi seppero raccordare per la prima volta le due attività.

Qui, come ho avuto modo di dire più volte sta il dna dei nostri parchi. Ne avemmo una prima conferma nelle due conferenze nazionali sui parchi ma anche in quelle attività di ricerca e si studio promosse dai parchi con vari centri studi in varie parti del paese, a cui la Toscana ed in particolare il Parco di San Rossore  ebbero un ruolo importante fino alla istituzione del Centro Studi Valerio Giacomini partito a Gargnano sul Lago di Garda. Quando dovemmo chiuderlo perché la Regione Lombardia cessò i finanziamenti, non a caso lo trasferimmo al nostro parco con una bella biblioteca.

E siccome nel frattempo era scomparso Tiziano Raffaelli uno studioso importante pisano tra i fondatori del Parco di San Rossore pensammo di intitolare anche a lui il Centro Studi. Purtroppo però in questo caso Federparchi a cui era stata affidata la maggiore responsabilità della gestione  non seppe fare la sua parte come aveva saputo fare invece a Gargnano, al Parco del Conero con Coste Italiane Protette ( CIP) , a Sarzana con il centro studi fluviale del Parco di Montemarcello e a Portofino con quello europeo.

La crisi che ne è seguita con la gestione ministeriale della Prestigiacomo segnata dall’assenza  di una politica ministeriale decente – i parchi nazionali  sono oggi in maggioranza senza un piano e spesso anche senza presidente e direttore da anni– le Dolomiti Bellunesi da 4 e senza e dopo 4 anni non si saputo far di meglio che nominare un commissario che di parchi e ambiente non sa una mazza.

Anche il Parlamento con il tempo non ha dato migliore prova se, anche se fortunatamente non è riuscito ad approvare una legge che avrebbe fatto strame della 394.

Quella Terza Conferenza nazionale dei parchi che avrebbe dovuto e potuto rilanciare un ruolo dei parchi a partire da quel rapporto terra- mare mai decollato che ha fatto più danni della grandine non la si è voluta fare e gli effetti sono oggi sotto gli occhi di tutti. Oggi che sul piano nazionale, europeo e planetario l’ambiente rischia un disastro irrimediabile non possiamo continuare a lasciar perdere. 

La toscana che è ancora sulla breccia non può non approfittare anche dell’anniversario dei 40 anni del parco di San Rossore per dare chiari segnali di rilancio. Deve farlo sul piano politico e istituzionale ma anche culturale e scientifico. Il Centro Giacomini con la Collana editoriale dell’ETS sulle aree protette che ha giù pubblicato 40 volumi e si appresta a pubblicarne uno nuovo sui problemi e le novità del momento, è una occasione che la Regione e i parchi toscani non possono perdere.

Chi ai parchi ci ha creduto anche lavorandoci confida –dopo tante delusioni- nella regione toscana che siamo sicuri non vorrà deluderci.

Renzo Moschini

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