Agli associati e ai simpatizzanti del Gruppo di San Rossore

A

Care Amiche e cari Amici,

1.Ogni associazione nasce e vive se c’è un motore. Per il Gruppo di San Rossore questo motore è stato e continua a essere Renzo Moschini.

Renzo mi ha chiesto di sostituirlo alla presidenza. Ho avuto problemi nell’accettare. Anche se oramai sono formalmente in pensione dall’insegnamento universitario, non mi sento affatto un pensionato e continuo a operare su più fronti (sono impegnato in particolare e in misura crescente, per un verso, in Mountain Wilderness, a cui sono iscritto fin dalla sua costituzione nel 1989, e, per altro verso, nella riflessione sulle aree naturali protette ). Ma a Renzo non si può dire di no e, soprattutto in questo periodo particolarmente delicato, chi è convinto dell’importanza dei parchi non può tirarsi indietro.

Ho dunque accettato: la mia nomina a Presidente del Gruppo è stata formalizzata nell’Assemblea del  9 marzo che si è svolta a Pisa. Ho accettato anche in considerazione della specificità del Gruppo di San Rossore, che rende compatibile la “doppia militanza”, e del metodo di lavoro e di collaborazione che, come subito dirò, dovremo adottare.

Ho accettato, ma ho posto a me stesso una duplice condizione che spero voi condividiate. La prima è che Renzo continui a svolgere il suo ruolo di punta, che potremmo anche formalizzare introducendo nello statuto la figura del Presidente onorario: ha comunque già assicurato il suo impegno in particolare per la collana, per il sito e per il Centro Giacomini e non ha certo rinunziato, come stiamo vedendo, alla sua azione di stimolo e alla sua critica mordace e ironica di toscanaccio impenitente.

La seconda condizione – più difficile –  è che dobbiamo essere un gruppo effettivo e non singole individualità. Mi rendo conto che siamo tutti oberati di lavoro e di impegni, ma proprio per questo sarà necessario adottare metodi  leggeri , tecnologici, utilizzabili anche da chi, come me, non ha una specifica preparazione informatica. In particolare propongo di:

   a) ampliare e intensificare la corrispondenza via internet usata sporadicamente e solo da alcuni di noi;

   b) incontrarci periodicamente su skype;

   c) utilizzare sistematicamente il nostro sito, arricchirlo con le nostre riflessioni e i nostri contributi, tenendo conto che esso costituisce la cartina di tornasole per valutare l’importanza e l’efficacia dell’azione del Gruppo.

Sarà comunque necessario che qualcuno di noi più esperto ci guidi nell’affrontare alcuni problemi tecnici, a partire proprio dall’uso di skype (chi si offre?).

2. Proprio perché ho accettato la carica e l’onere di presiedere il Gruppo, ho il dovere di indicare il programma e gli obiettivi che intendo perseguire.

a) Fin dall’inizio il Gruppo di San Rossore è stato soprattutto luogo di riflessione, di approfondimento, di stimolo sui temi della conservazione della natura e in generale dell’ambiente, avendo al centro la questione delle aree naturali protette in una visione che guarda all’intero territorio e a modelli di gestione territoriale non aggressivi nei confronti delle risorse naturali. Deve continuare a esserlo. Il Gruppo, cioè, non è e non deve diventare come le associazioni di protezione ambientale canoniche, la cui rilevanza è data, oltre che dalle idee, dal numero degli associati e dal riconoscimento – ottenuto o ambito – del Ministero dell’ambiente. Il nostro obiettivo, invece, è quello di essere, per il suo patrimonio di idee e di esperienze, un punto di riferimento per chi ha a cuore la natura, i parchi e in generale le aree protette.

b) La questione aree protette ruota oggi attorno alla riforma della legge 394 del 1991: in questa fase, perciò, l’impegno specifico del Gruppo dovrà essere quello di seguirne le vicende. Personalmente ho maturato, fin dall’inizio, una posizione fortemente critica nei confronti del testo attualmente all’esame della Camera. Ben venga comunque una discussione franca e aperta tra di noi e con quanti intenderanno interloquire e in particolare con le altre associazioni e con i rappresentanti istituzionali che seguono, o dovrebbero seguire, la vicenda.

c) Abbiamo sempre lamentato l’esistenza di un disinteresse generale, in particolare delle istituzioni, dei partiti e dei media, nei confronti della questione aree protette. Deve essere nostro specifico impegno capirne le ragioni e tentare di realizzare messaggi che colpiscano nel profondo la sensibilità delle persone, ne stimolino la partecipazione e influiscano di conseguenza su coloro che hanno il dovere di intervenire e informare. Gran parte della responsabilità di questo disinteresse ricade su tutti noi che non abbiamo saputo dar vita a una giusta e adeguata comunicazione.

d) Una caratterizzazione della riflessione condotta dal Gruppo e voluta da Renzo Moschini è stata quella tendente a sottolineare la necessità del coinvolgimento delle istituzioni locali: è un filone fondamentale che dobbiamo continuare a perseguire non solo perché può continuare a caratterizzarci, ma perché lo esige la colpevole lontananza delle istituzioni centrali, a partire dal Ministero dell’ambiente. Se è vero che anche le regioni e i comuni non hanno brillato in questi anni per la loro azione in favore delle aree protette, è pur vero che i problemi reali non possono non coinvolgerli. In questo quadro la centralità toscana, dovuta alla sede pisana del Gruppo nonché alla geografia del suo fondatore,  può essere un’occasione utile, anche se non deve diventare assorbente.

e) Proprio in questi giorni nelle nostre comunicazioni via posta elettronica Ippolito Ostellino ha riproposto l’idea di una scuola nazionale per le aree protette: un’idea splendida (a me particolarmente cara), che risponde a un’esigenza fortemente e diffusamente sentita, e nello stesso tempo un obiettivo difficilissimo, ma non impossibile da raggiungere. Il Gruppo San Rossore, anche attraverso il Centro Giacomini, può e deve contribuire ad affrontare la questione.

f) Vorrei comunque proporre tre iniziative per i prossimi mesi:

– un incontro sulle modifiche della legge quadro da effettuarsi dopo l’esame della Camera in corso in questi giorni: qualora – come ho motivo di ritenere – vi siano altre proposte simili noi dovremmo contribuire all’organizzazione;

– un convegno su ciò che bolle in pentola nelle politiche regionali in materia di aree protette;

– un convegno sull’assorbimento del Corpo Forestale dello Stato nell’Arma dei Carabinieri (a mio avviso decisamente illegittimo dal punto di vista costituzionale).

Naturalmente, proprio perché dobbiamo essere un gruppo, occorrono il vostro accordo, le vostre osservazioni, le vostre proposte e la vostra disponibilità. Vi prego caldamente di inviarmi presto suggerimenti e critiche.

f) Occorre inoltre definire alcuni aspetti formali: dalla messa a punto dello statuto e dei libri sociali al versamento delle quote associative, dall’ampliamento delle iscrizioni alla ricerca di canali finanziari, sia pur modesti. Se nostro obiettivo non è il proselitismo, è pur vero che occorre coinvolgere coloro che ritengono utile e importante collaborare con il Gruppo di San Rossore e che le quote sociali, pur nella loro modestia, diventano necessarie per assicurare l’operatività dell’associazione. In questo quadro la scelta di donare già nella prossima dichiarazione dei redditi  il “5 per 1000” al Gruppo di San Rossore (indicando nell’apposita casella il codice fiscale: 93078020505) può essere determinante per le iniziative che comunque vogliamo e dobbiamo prendere. Sul fronte amministrativo sta operando generosamente Michele Imbrenda, nominato Tesoriere dall’Assemblea del 9 marzo.

g) Vi comunico infine che l’Assemblea ha nominato anche il nuovo Comitato che risulta composto da: Mina Canarini, Francesco Cancellieri, Francesca Carpita, Fabiano Corsini, Valter Giuliano, Michele Imbrenda, Cesare Lasen, Riccardo Lorenzi, Giancarlo Lunardi, Giovanni Maffei Cardellini, Renzo Moschini, Domenico Nicoletti, Antonello Nuzzo, Luigi Piccioni, Valter Zago.

Un cordiale saluto a tutti con l’augurio di condurre insieme un buon lavoro.

Carlo Alberto Graziani

17 maggio 2017

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