Parchi: male a terra peggio a mare

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Probabilmente –anche se non è sicuro- la vicenda della nuova legge sui parchi sta per concludersi nel peggiore dei modi. E se per i parchi  a terra sarà un bel pasticcio per quelli a mare -come è stato detto- sarà ancora peggio, un vero disastro. E pensare che si era avuta la faccia tosta di motivare la nuova legge con l’esigenza di rilanciare soprattutto le aree protette marine.   Intendiamoci già quel testo che piaceva alla ministra dell’ambiente Prestigiacomo di chiaro aveva solo che intendeva azzoppare e pesantemente la vecchia legge e cercare di far cassa con misure che con la tutela ambientale non avevano nulla a che a fare.

Ora, mentre una serie di documenti internazionali sostengono che le aree protette marine hanno un ruolo determinante nella difesa del mare dall’inquinamento all’erosione costiera alla pesca sempre più allarmanti, il nostro parlamento sta per sfornare una legge che aggraverà la situazione. Un tempismo davvero brillante. Così anche la nostra regione pagherà  dazio. Innanzitutto lo pagherà nel santuario dei cetacei di cui ormai nessuno sa più niente come della Carta di Livorno. Il parco nazionale dell’Arcipelago Toscano resterà ancora senza area protetta marina in compenso le moto potranno scorrazzarci come vogliono e pure i pescatori abusivi. Dell’osservatorio sul mare concordato a suo tempo con il ministro Orlando che avrebbe dovuto sanzionare l’avvio della nuova gestione della riserva della Meloria affidata al nostro parco, ormai con Galletti sono state cancellate anche le tracce. Comunque vada a finire in parlamento con il passaggio della legge al voto del Senato dobbiamo a questo punto mettere mano a iniziative politiche e istituzionali non solo per rinnovare la più che legittima e sacrosanta denuncia, ma anche per avviare nei parchi e con gli enti locali e la regione iniziative che permettano di rimediare ai danni di un parlamento che ha fatto lo gnorri dinanzi a denunce  e proposte serie.

Renzo Moschini

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