SULLE PROVINCE MANCAVANO SOLO LE CAVOLATE DI DIMAIO

S

Che le province dopo la legge Delrio boccheggiassero era noto specie a causa anche del fallimento del Referendum che non  le aveva cancellate dalla Costituzione, come ci si era proposti. Sopravvissute, ma non più elettive e con compiti  sempre più limitati e contraddittori rispetto alle regioni ed anche ai comuni e con risorse del tutto insufficienti  in particolare per scuole e strade. La legge rimandava ad un ruolo programmatorio tra regioni e comuni che fino a quel momento avevano svolto le province alla ’area vasta’ che nessuno ha mai saputo cosa era e cosa doveva fare.

In sede governativa si è tornati a discuterne ma l’ipotesi di tornare ad eleggerle perchè possano svolgere quel ruolo istituzionale che hanno perduto ha fatto imbufalire Di Maio; basta con i poltronifici e gli sprechi! Che il nostro baldanzoso vice non abbia la più pallida idea di cosa sia accaduto in questi anni per ingarbugliare fino a questo punto le cose, non ci vuol molto per capirlo. D’altronde il nostro vice non è nuovo a simili sortite a bischero sciolto.

Anche per questo forse non è male ricostruirne sia pure molto sommariamente qualche passaggio che potrà essere utile anche a qualche esponente del Pd che non lo ricorda o lo ignora.

Ricordo Fassino che scrisse che anche il PCI aveva a suo tempo   sostenuto l’abrogazione delle Province. Ma non era vero. La proposta repubblicana allora proponeva una abrogazione nel senso che avrebbe dovuto –visto che erano state finalmente  istituite le Regioni- farne un ente intermedio con competenze nuove e non più un ufficio decentrato dello stato.

Tanto è vero essendo stato incaricato io di intervenire a nome del PCI alla assemblea nazionale dell’Unione delle Province dove si sarebbe  discusso del tema, chiesi che Botteghe Oscure definisse la posizione che  avrei dovuto illustrare. Scrissi perciò come mi chiese Cossutta responsabile degli enti locali la lettera che Berlinguer poi firmò. Le province quindi non vennero abrogate ma riformate. E divennero tutt’altro che i poltronifici di cui ciancia Di Maio.

Ecco perché le province è bene che possano tornare a svolgere quel ruolo non azzoppato a cui sono state ridotte. Insomma non devono essere abrogate ma rilanciate per quanto dispiaccia a Di Maio.

Renzo Moschini

Aggiungi un commento

RSS Notizie ISPRA

Seguici su social!

error: