Il governo del territorio e le politiche dell’ambiente

I

Si tratta di due aspetti tra di loro connessi come avemmo modo di cogliere quando mettemmo mano alle politiche ambientali specifiche come quelle sui parchi e le aree protette.

Connessione e raccordo risultati fin da subito difficili perché le  peculiarità territoriali e ambientali dei parchi e delle aree protette rispetto alle aree contigue esercitavano condizionamenti, ad esempio, sulla caccia poco graditi.

Oggi il contesto nazionale riguardo alla gestione del territorio e i suoi assetti anche istituzionali è decisamente cambiato e sta cambiando e non poco anche per effetti del riscaldamento climatico. UN FUTURO PIU’GIUSTO a cura di Fabrizio Barca e Patrizia Luongo è dedicato questi problemi ‘ per un confronto tra i due percorsi  cioè il passo necessario per avviare in questi luoghi ricchi di grandi potenzialità inespresse i primi passi concreti per la transizione verso la sostenibilità.

Agli stessi problemi è dedicato un importante studio in corso che sta seguendo anche il Caire che da molti anni gestisce centri studi sui parchi e che mi ha informato delle ricerche di Pierantozi.  Il direttore Sargolini collabora anche con Fabrizio Barca che anche lui iniziò con i parchi: infatti parecchi anni fa lo incontrai e conobbi in Sardegna ad un dibattito sulle aree protette.

Quello che cambia è l’individuazione dei territori –aree interne- che necessitano di raccordi infrastrutturali intercomunali, interprovinciali e interregionali. Si tratta di ambiti in cui operano sovente anche parchi e aree protette e dove sarebbe bene  probabilmente istituirne di nuove.

Ma  qui si pone un nuovo problema che presenta anche rischi da evitare e che opportunamente e responsabilmente alcuni colleghi di lunga esperienza e competenza ci hanno sollecitato a valutare, nell’impegno in corso per il rilancio del Gruppo di San Rossore.

Il primo problema è istituzionale perché la messa a punto di efficaci politiche nelle aree interne in cui le competenze statali, regionali -di regione ordinarie e speciali- ed enti locali devono riuscire a collaborare , cosa che finora  non ci è riuscita; è più facile litigare che concordare.

Se finora l’ambiente da tutelare doveva essere riconducibile al territorio del parco e dell’area protetta, oggi deve esserlo a quei nuovi livelli programmatici e gestionali che sono il nostro futuro. 

E qui si annida il maggior rischio cioè la convinzione che più si annacqua il vino ambientale più lo rendiamo bevibile. Vero, come confermano i disastri ambientali che abbiamo collezionato in questi anni sono lì a ricordarcelo. E sarebbe bene che se ne ricordassero anche in Parlamento quando torneranno a discutere della legge quadro sui parchi.

Renzo Moschini

Aggiungi un commento

RSS Notizie ISPRA

Seguici su social!

error: