Ambiente e parchi non escono dai rafani

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Chi aveva creduto o almeno sperato che la campagna elettorale avrebbe finalmente riportato in agenda l’ambiente persosi per strada da tempo, ha dovuto prendere atto ancora una volta che l’occasione è andata persa. Né c’è da illudersi che ormai possa avvenire prima del voto.
Del resto basta affidarci alle cronache locali, regionali e nazionali per averne chiare conferme. Ero tra quelli che aveva sperato che dopo la lezione del referendum ne avremmo tratto qualche stimolo tanto più in una città come Pisa e in una Regione come la Toscana in cui non mancano valide e importanti tradizioni.
Ma la rottamazione e i cerchi magici hanno lasciato evidentemente un segno tale che penalizza e paralizza qui come a Roma. Basta vedere come sono finite in parlamento alcune leggi importanti a partire da quella sui parchi fortunatamente dopo 5 anni indecorosi non è riuscita a tagliare il traguardo. Vedo che c’è chi pensa di ripartire da quelle leggi naturalmente rinnovate.
La prima cosa da fare dopo le elezioni comunque vadano è dalla politica che si deve ripartire e non dalla legge. Non è quella che è mancata ai parchi e più in generale all’ambiente ma un politica nazionale raccordata con le regioni e gli enti locali di cui le province sono state già azzoppate con effetti evidenti. Ho letto che c’è chi considera la politicizzazione la responsabilità principale di questo disastro. La politica –come dimenticarlo-è stata alla base delle più importanti ed efficaci leggi ambientali -e non solo quella sui parchi- ma anche sul suolo, l’inquinamento etc. Parchi commissariati per anni e per anni senza direttore e non parliamo dei piani che gran parte dei parchi nazionali non hanno approvato come più volte denunciato dalla Corte dei Conti e non solo. A Migliarino la Muroni poche sere fa ha detto che i parchi devono diventare dei volani dello sviluppo e non solo gestori della biodiversità e paeaggio. La legge del 1991 prevedeva già accanto al piano ambientale quello socio-economico che quasi nessun parco ha fatto. Perché la prima condizione per lo sviluppo del territorio è una responsabile ed efficace politica ambientale. Dove vi è abusivismo, inquinamento terrestre e marino, dei fiumi e dei laghi c’è ben altro che sviluppo. Se nei parchi scienza e cultura sono estromessi per far posto alle rappresentanze di categoria come si sostiene da anni anche con il consenso purtroppo di tanti parchi cosa speri di portare a casa.
Questa non è stata politicizzazione ma mortificazione di una politica ambientale seria ed efficace. Si deve ripartire da qui.

Renzo Moschini

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