I parchi riprendono quota sulla scena

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Che la caduta politica sull’ambiente abbia penalizzato e non da poco tempo i parchi è noto. Basta dare una un’occhiata alle cronache per aver conferma delle situazioni più sconcertanti e imbarazzanti. Commissariamenti che durano da anni con presidenti e direttori che mancano o sono mancati per anni, uffici  senza personale e ancor meno soldi. Anche se non manca chi continua a straparlare di poltronifici. Ma come è noto per i bischeri non c’è medicina.

D’altronde basta seguire l’appassionato impegno del Gruppo dei 30  che con il sostegno di autorevoli e prestigiosi ambientalisti e rappresentanti di molte e note associazioni in costante rapporto anche con rappresentanze parlamentari, per toccare con mano una situazione di cui il parlamento unitamente al ministero dell’ambiente ormai latitante hanno fatto strazio.

Ed è in buona misura merito di questo movimento se l’avvio del nuovo parlamento viene tenuto sotto tiro per evitare che si riparta, come anche qualche esponente del Pd ha preannunciato, con la ripresentazione della legge sfasciaparchi, fortunatamente bloccata in estremis nella passata legislatura. Insomma se i parchi non sono rimasti del tutto orfani è merito loro e non certo di Federparchi che i parchi da tempo non sanno e non vogliono dignitosamente rappresentare e doverosamente tutelare. Anche per questo come Collana editoriale dell’ETS sulle aree naturali protette  abbiamo dedicato alla esperienza del Parco di San Rossore, ma non solo, un riflessione critica di cui stiamo discutendo in varie presentazioni. Ed è anche per questo che stiamo lavorando ad un libro per ricordare la figura di Bino Li Calzi presidente del parco dell’Etna e poi di Federparchi, di cui oggi rimpiangiamo e non poco la sua autorevole e saggia gestione.

Alla sua memoria dedichiamo anche il nostro impegno politico-istituzionale con cui stiamo cercando di rimettere in movimento le troppe cose che si sono inceppate.

Renzo Moschini

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