Il Pd pisano e toscano e l’ambiente

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So bene che anche per i pisani e i toscani il contesto nazionale è condizionante. Contesto al momento, come sappiamo,  tutt’altro che soddisfacente. E tuttavia Pisa e la Toscana hanno sempre avuto una loro specificità apprezzata sul piano nazionale dove per parecchie questioni ha costituito un modello che ha fatto scuola.

D’altronde se un pò dappertutto a Pisa come in Toscana abbiamo perso e perdiamo voti l’ambiente non può certo non avere inciso e non poco. Che si trattasse di aereoporti, coste, Apuane, paesaggio, inquinamento, allagamenti, autostrade, Schettini  etc etc. Questioni che dipendono tutte dalla gestione istituzionale che fa acqua da tantissime parti, che si tratti delle province, del rapporto stato-regioni dove l’idea che il 4 dicembre bastasse un si ha fatto clamorosamente fiasco. In questi giorni, ad esempio, si sta discutendo –anzi polemizzando di brutto- sui Consorzi di Bonifica. Erasmo D’Angelis ha scritto su Repubblica di Firenze che siamo di ‘fronte a clamorosi voltafaccia di Forza Italia come del Pd.

Non entro nel merito ma non mi pare che il tema riguardi solo i Consorzi di bonifica. Già per l’anniversario dell’alluvione di Firenze  non si fece parola dei piani di bacino. Ora la legge prevede che i piani debbano essere di distretto ossia su più specifica misura. Al riguardo però è una vera impresa avere notizie perché probabilmente non ve ne sono. D’Angelis attacca intanto il Pd toscano che vorrebbe ‘addirittura’ chiedere il ‘superamento’ dei Consorzi e chiuderli. Lo si è già fatto con le comunità montane e le province (con gli effetti che abbiamo sotto gli occhi) e ben pochi si sono scandalizzati, sicuramente non D’Angelis. Ecco cosa voglio dire quando temo che se il Pd a Pisa come in Toscana non si dà finalmente una mossa saranno solo guai. E la prima mossa è che finalmente dobbiamo avere sedi e strumenti in cui discutere e decidere insieme. Ci riusciremo o continueremo a far decidere un cacini di turno?

Renzo Moschini

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