Pisa e la Toscana per l’ambiente

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Chiarisco subito che non mi riferisco né ai campanili e neppure alla Torre. Quella in corso è una complessa e difficile partita nazionale e comunitaria il cui esito dipenderà anche e non poco dalle prossime elezioni europee. Da che Europa avremo e con quali poteri e governance dipendono infatti i maggiori e difficili problemi ambientali.

Ecco, in questo contesto non riducibile certo alle manfrine referendarie e simili che mortificano e penalizzano le istituzioni a partire dal Parlamento e giù giù tutte le altre,

la Toscana con le sue città e territori può e deve giocare un ruolo importante per storia e tradizioni. Come dice giustamente Enrico Letta nel suo ultimo libro è ricorrente fare scaricabarile sull’Europa per qualsiasi nostro guaio che dipende da noi e non da Bruxelles o Strasburgo. E’ di questi giorni, ad esempio, la notizia per quanto riguarda i finanziamenti comunitari su parchi e aree protette; noi ne utilizziamo solo il 17%. Ed è così per tanti altri casi. D’altronde se politiche che richiedono piani e progetti noi le ignoriamo per inventarci criteri e modalità non previste dalla legge ma che fanno comodo alla speculazione all’interno anche di territori e ambiti protetti, appunto come i parchi è chiaro che scaricare le colpe sull’Europa ti fa comodo ma è altrettanto chiaro che si tratta di una balla bella e buona.

Ecco perché la Toscana può e deve giocare un ruolo importante. Noi i parchi li abbiamo ma li abbiamo dotati di enti funzionanti, di piani, di progetti. Siamo l’unica regione che ha previsto nei consigli dei parchi regionali una rappresentanza delle nostre 3 maggiori Università. Noi gestiamo territori dove operano siti con prestigiosi  riconoscimenti internazionali. In diversi casi abbiamo preceduto anche la legge con esperienze che hanno riguardato  le Apuane, come le isole, San Rossore come la Maremma e realtà interregionali come le Foreste Casentinesi o l’Appennino Tosco – Emiliano. Alluvioni e altri guai ci hanno naturalmente indotto a non restare con mani in mano. Ma in altre parti del paese non è stato così nella stessa misura e con gli stessi risultati. Il che ovviamente non significa che noi non abbiamo problemi e ritardi . Ne abbiamo e non pochi e neppure di poco conto.

E sono cresciuti soprattutto dopo le batoste elettorali che ci hanno visto sconfitti in tante città Pisa compresa. Si è tornati a discutere persino di geotermia in una provincia e regione che ne avevano fatto giustamente una delle sue più efficaci e valide esperienze innovative. Come abbiamo potuto toccare con mano le politiche ambientali incrociano e dipendono più di altre dagli assetti istituzionali. Un ambito dove la Toscana  fin dai tempi di Bartolini aveva avviato importanti e nuove esperienze antipatrici –e non solo dei parchi- che divennero un vero e proprio modello sul piano nazionale.

Oggi dobbiamo fare i conti con la scomparsa di fatto delle province, dell’accorpamento comunale imposto e con uno stato che si si è ripreso e si sta riprendendo tutti i suoi ciottolini dopo tante chiacchere sul federalismo etc etc.

Altro che porti chiusi qui urgono istituzioni aperte, disponibili e capaci di confrontarsi con le rispettive comunità.

Per quanti ci riguarda come Gruppo di San Rossore continueremo a fare la nostra parte e contribuire anche con i libri.

Renzo Moschini

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